Bambino a bordo!!!
Aspetti psicoemotivi in gravidanza
La gravidanza può essere definita come un evento psicosomatico che innesca numerosi cambiamenti sia fisici che psicologici non solo nella donna incinta ma anche nella futura coppia genitoriale. La gravidanza è un evento importante nel processo maturativo della donna, può essere definita anche come una fase di destrutturazione e ridefinizione del senso di identità della donna stessa. Tale ridefinizione dell’identità personale, avviene a causa dei cambiamenti corporei, psicologici, della propria femminilità e del proprio ruolo familiare e sociale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (1946) stabilisce che “la promozione della salute e del benessere in gravidanza implica il prendersi cura della donna come persona, ossia nella complessità degli aspetti biologici, psicologici e socioaffettivi”. É evidente,quindi, che per il benessere della futura mamma e del suo bambino è necessario tenere sempre sotto controllo oltre agli aspetti fisiologici anche gli aspetti psicologici ed emotivi della donna. Molte donne in attesa appaiono felici e piene di gioia, una donna sana in attesa di un bambino che condivide la sua gioia con il proprio partner, con la famiglia e con le persone a lei care, vive il periodo di gestazione come un’esperiena profondamente gratificante. Queste donne descrivono il periodo della gravidanza come appagante e denso di emozioni positive. In altri casi se a caratterizzare il periodo della gravidanza sono emozioni negative, che generano conflitti, questi possono turbare in maniera importante la donna. La scoperta di essere incinta può divenire traumatica, nonostante il bambino sia stato desiderato. Con il procedere della gravidanza pertanto pensieri ed emozioni negative possono invadere la mente della donna incinta ingigantendo le sue paure.
Dal ruolo di figlia al ruolo di madre
La maternità , come già detto comporta a livello fisiologico e psicologico dei cambiamenti. Tali cambiamenti possono far riemergere dei conflitti legati all’infanzia e in più, possono portare a processi di identificazione con la propria madre. Diventare madre, pertanto porta la donna a paragonarsi, dal punto di vista emotivo alla propria madre. La donna incinta rivive l’esperienza con la propria madre rievocando emozioni, paure e dubbi vissuti. Le donne in questa fase del ciclo di vita rivivono il processo di separazione-individuazione dalla propria madre identificandosi, quindi, sia con lei che con il feto, sono a metà tra l’essere figlia e diventare madre. La loro identità diventa più complessa, acquistano un nuovo ruolo quello di “madri”. É fondamentale che la futura mamma, riorganizzi il proprio mondo rappresentazionale interno, creando una nuova e personale ” identità di madre ” a metà tra ciò che lei sente di essere e ciò che ha interiorizzato dall’esperienza con la sua figura materna di riferimento. Questo processo di riorganizzazione del proprio mondo interiore è molto difficile ed articolato soprattutto nei casi in cui ci sia stato nell’infanzia un legame conflittuale ed ostile nella relazione con la propria madre. Ma è un passaggio obbligato affinchè la neo mamma acquisti una nuova identità e consapevolezza di sè. Ciascuna donna vive in maniera intima e personale la propria gravidanza, quest’ultima condizionata dalla propria storia passata e dalle relazioni .
Il bambino fantasticato
La donna durante la gravidanza manifesta la tendenza a ripiegarsi su di sé e a generare una sorta di fusione mentale con il feto, inizia a fantasticare sul bambino, su se stessa nel nuovo ruolo di madre e sulla relazione che si verrà a creare tra loro. È quello che in psicologia viene chiamato “Bambino Immaginario”, un bambino che inizia a prendere forma nella mente della futura mamma prima ancora che sia nato. Le fantasie sono quindi proiezioni dei propri desideri e aspettative.
Nove mesi di gravidanza
Durante i nove mesi di gravidanza la donna incinta vede alternarsi fasi psicologiche molto diverse tra loro.
Primo trimestre; Il primo trimestre è caratterizzato da rapidi mutamenti ormonali e fisiologici che colpiscono il corpo della donna. Sono presenti sintomi quali stanchezza, nausea, sbalzi di umore. Non bisogna dimenticare che questa fase è caratterizzata anche da paure legate ad interruzioni spontanee e precoci della gravidanza frequenti in questo particolare periodo. In questa fase la preoccupazione è un’ emozione comune a molte donne. Le principali paure riguardano lo stato di salute del bambino ( malformazioni o altre patologie)e la sua crescita nella pancia. È fondamentale durante la gravidanza che la donna sia circondata da persone, sia dal punto di vista professionale che umano, in grado di farle sentire accolte , protette e sopratutto non giudicanti dei suoi stati d’animo.
Secondo trimestre; In questa fase lo stato fisico della donna ritrova benessere ed energia. Anche dal punto di vista psicologico la futura mamma è più serena e vive in maniera tranquilla, confortata e gioendo nel sentire i movimenti fetali dentro il proprio corpo, tutto ciò rende “vivo e reale” il bambino. Tra la madre e il piccolo si va costruendo un rapporto psicologico importante e profondo. Nel momento in cui i movimenti iniziano ad essere percepibili anche dall’esterno si costruisce anche un rapporto psicoaffettivo tra il bambino e il padre. Si comincia così a generare legame affettivo che unisce un figlio ai propri genitori.
Ultime fasi della gravidanza; Nell’ultima fase della gravidanza il corpo della donna diventa sempre più ingombrante, pertanto si palesano difficoltà di movimento associate a stanchezza fisica. Anche i pensieri cambiano si concentrano principalmente sul momento del travaglio e del parto. Alcune donne vivono questa attesa come parte integrante e finale del processo gestazionale non avvertendo emozini particolarmente negative o invalidanti, altre donne invece avvertono ansia
all’idea di provare dolore. Il tempo del parto si avvicina e a breve il “bambino immaginato” lascerà il posto al “bambino reale”. Questa fase comporta agitazione che richiede un tempo di elaborazione psicologica. Questo periodo rappresenta infatti il momento di rottura dell’equilibrio simbiotico tra mamma e bambino creatosi nei mesi precedenti, quando il piccolo faceva parte dell’immaginario materno. Sta per arrivare il momento del distacco e della separazione, l’equilibrio simbiotico verrà ritrovato inseguito al parto.
Corsi di preparazione al parto
Gli studi confermano che le donne che frequentano corsi di accompagnamento alla nascita arrivano al parto più sicure e serene. Frequentare un corso di preparazione al parto permette infatti alla donna di apprendere tutte le informazioni necessarie e importanti che riguardano il cammino della gravidanza. L’ obiettivo è promuovere la salute delle donne in gravidanza, e favorire al contempo la salute del neonato.
Mai più tabù, emozioni negative e gravidanza
La maternità purtroppo, in alcuni casi cela un lato cupo, che si contrappone alle emozioni di gioia correlate ad una gravidanza sana e serena.
Tra i disturbi che possono sopraggiungere con la gravidanza ricordiamo:
Baby Blues, disturbo emozionale transitorio; Con le espressioni baby blues o maternity blues, coniate dal pediatra e psicoanalista inglese Donald Winnicott, si indica una condizione di disagio interiore della neomamma, un lieve e transitorio disturbo emozionale in genere senza conseguenze psicologiche a lungo termine. Dopo il parto, può capire che la donna si senta triste un po’ giù di morale, in questo caso è possibile che ci si trovi dinnanzi al Baby Blues una lieve forma di tristezza, temporanea e considerata non patologica. Si verifica in genere nei primi giorni dopo il parto, e si protrae per una settimana massimo dieci giorni.
La depressione post-partum; Talvolta può instaurarsi sui sintomi del baby blues che non recedono spontaneamente.Se i disturbi del Baby Blues si protraggono più a lungo, o iniziano più tardi, si potrebbe trattare di depressione post partum (DPP). Una vera e propria forma depressiva che non va assolutamente trascurata. La donna in questo caso manifesta sintomi molto importanti quali sentimenti di inadeguatezza, d’incompetenza, disperazione, collera, ipersensibilità, ansia, vergogna, odio e trascuratezzaverso se stesse e il bambino.
Il sesso in gravidanza
Studi recenti hanno dimostrato che non esistono controindicazioni all’attività sessuale e al coito durante la gravidanza, ad eccezioni di situazioni che determinano un quadro clinico rischioso, come la rottura precoce della membrana, il travaglio prematuro, la placenta previa, il distacco della placenta, una storia di aborti precedenti o una minaccia d’aborto e sanguinamenti vaginali. Studi in merito alla sessualità in gravidanza, evidenziano differenti predisposizioni al sesso nei diversi periodi della gestazione, il primo trimestre è caratterizzato da un calo dell’interesse e del desiderio sessuale spesso legato all’insorgere di disturbi fisici (stanchezza, sensazione di malessere, umore instabile ecc..) in questo periodo però è molto forte il bisogno di affetto e rassicurazione. Durante il secondo trimestre la vita sessuale migliora, aumenta il desiderio e la frequenza. il terzo trimestre è caratterizzato da un calo dell’attività sessuale, dovuto sia al consiglio dei medici che a diverse difficoltà oggettive come la pancia più pronunciata, i dolori lombari mentre è presente un forte desiderio di contatto fisico non coitale. Da un punto di vista psicologico i rapporti sessuali in gravidanza rafforzano la coppia, l’intimità infatti è importante per sentirsi bene con se stessi e con il partner.
Sostegno Psicologico e gravidanza
La gravidanza è un momento di grandissima gioia per la donna ma rappresenta anche un momento delicato della sua vita, l’ importanza di una consulenza psicologica in questa fase ha come obiettivo quello di individuare in via preventiva fattori di rischio che potrebbero indurre a difficoltà emotive di entità rilevante con conseguenze sulla donna, sul bambino e sull’intero nucleo familiare. Con il supporto dello psicoterapeuta la donna può essere accompagnata nella ricerca e nella valorizzazione delle sue potenzialità genitoriali, aiutata a costruire una sua identità di madre sentendosi accudita e compresa. La coppia, invece, può essere affiancata nel suo diventare coppia genitoriale, non trascurando al contempo la relazione affettiva adulta.
Bibliografia
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