SONO COSI’ ARRABBIATO!!!!!
Tutti a dire della rabbia del fiume in piena e nessuno della violenza degli argini che lo costringono.”
BERTOLT BRECHT
La rabbia è un sentimento primordiale, che è determinato dall’istinto di difendersi per sopravvivere nell’ambiente in cui ci si trova.,è altresì un’emozione di base, universale che appartiene all’esperienza umana comune e condivisa a prescindere dall’età, dalla cultura e dall’etnia di appartenenza.
Bisogna distinguere la rabbia adattiva da quella disadattiva.
La rabbia adattiva: inizialmente la rabbia ha una funzione adattiva. Quest’ultima risiede nell’istinto di difendersi per sopravvivere nell’ambiente in cui ci si trova e nel rispondere a un’ingiustizia, un torto subito o alla percezione della violazione dei propri diritti. La funzione adattiva della rabbia non la rende in linea generale una emozione negativa.
La rabbia disadattiva: quando la rabbia diventa disadattiva, disfunzionale o patologica, crea sofferenza all’individuo e può arrivare a compromette le relazioni sociali, spingendo il soggetto a compiere azioni dannose verso persone, cose o se stesso. Un accumulo di tensione può causare sintomi fisici rilevanti oltre che un forte e in alcuni casi, invalidante malessere psicologico, quindi riconoscere, esprimere e gestire la rabbia diventa fondamentale per il nostro benessere. La rabbia è associata alla valutazione e all’ attribuzione che il soggetto mette in atto rispetto a comportamenti scorretti degli altri, implementando così una risposta di antagonismo per contrastare, scacciare o attaccare la fonte della minaccia percepita.
La rabbia può anche essere deviata o autodiretta
La rabbia deviata : E ‘ presente nei soggetti che hanno una rabbia repressa. Un esempio di rabbia repressa è quella che un individuo può vivere nell’infanzia. Un bambino che subisce maltrattamenti di tipo, fisico, emotivo,psicologico prova una sorta di rabbia nei confronti dei propri genitori. Tale emozione, però, quando ci si trova dinanzi ai genitori abusanti, viene censurata perché ritenuta “sbagliata”, “inappropriata”. Il piccolo ha paura di esprimere apertamente la rabbia che prova nei confronti dei propri genitori e finisce con il reprimerla, soffocarla dentro di sé.In età adulta questi soggetti manifestano quella che viene definita rabbia deviata. L’emozione rabbia viene per l’appunto deviata su altri soggetti, che non hanno causato quell’emozione ma ne diventano vittime. Tale rabbia finisce per essere scaricata contro i coetanei,contro soggetti più deboli, che non sono in grado di difendersi. Si innescano cosi fenomeni di bullismo.
La rabbia autodiretta: In alcuni casi,la rabbia non si canalizza contro soggetti esterni, ma contro sé stessi.In questo caso il soggetto sente di essere un debole, impotente e incapace di far valere le proprie ragioni , di riuscire a esprimere e comunicare le proprie emozioni. Prova sentimenti negativi verso se stesso, può arrivare a mettere in atto comportamenti autolesionisti.
Rabbia o aggressività?:
I termini rabbia e aggressività spesso sono stati utilizzati come sinonimi,anche se non sempre in maniera appropriata. La rabbia, come gia detto, è uno stato emotivo, mentre l’aggressività può essere definita come la risultante della rabbia ovvero il comportamento messo in atto. l’aggressività, quindi è l’attacco fisico e verbale ciò che si sente, ovvero il sentimento di malessere che accompagna tali azioni , è la rabbia. É chiaro che persone che vivono e avvertono livelli elevati di rabbia hanno una probabilità maggiore di incorrere in atti di aggressività. É importante ricordare che la rabbia si attiva tutte le volte che si pensa di aver subito un torto ci si arrabbia più di frequente verso le persone rispetto agli oggetti proprio perché attribuiamo loro la consapevolezza e la volontà di voler arrecare un danno. É importantericordare che quando si è arrabbiati non sempre si è aggressivi. il problema infatti, non è provare rabbia ma, associare a quest’emozione, come meccanismo di difesa, il comportamento aggressivo.
Da dove nasce la rabbia?:
Le persone che si arrabbiano facilmente hanno di norma una bassa tolleranza alla frustrazione percependo come ingiuste le difficoltà o gli impedimenti che gli capitano e che non gli consentono di raggiungere l’obiettivo prefissato. Il sentirsi vittima di un’ingiustizia alimenta uno stato di rammarico andando a stimolare molteplici pensieri negativi che bloccano la ricerca di alternative. Pertanto il soggetto sarà incentrato nel rimuginare di continuo intorno all’avvenimento che ha provocato la rabbia. Riassumendo, quindi, ci si può arrabbiare per un’ingiustizia subita, per frustrazione, per condizioni sgradevoli di tipo fisico o materiale che minacciano l’integrità della pesona. Queste situazioni fanno scaturire una forte forma di irritazione e possono arrivare a provocare manifestazioni di rabbia anche più significative. La rabbia, quindi, nasce come reazione alla frustrazione che, a sua volta,nasce dal dolore, dal mancato soddisfacimento di un nostro desiderio, obiettivo. Si cela il dolore perché il dolore fa apparire deboli, mentre l’ira fa in maniera erronea sentire gli invidui forti.
Le conseguenze fisiche e psicologiche della rabbia:
In seguito ad alcuni studi si è giunti alla conclusione che la rabbia fa male al corpo e alla mente, le conseguenze possono essere anche gravi tanto da portare allo sviluppo di determinate patologie.
Conseguenze fisiche: stimoli importanti , sia emotivi che fisici, hanno effetti rilevanti sul corpo, possono, infatti, aumentare la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca, modificare il flusso di sangue attraverso i vasi e ridurne l’apporto al cuore. Oltre al cuore anche i dolori muscolari possono essere una conseguenza delle arrabbiature. Nel momento in cui la rabbia prende il sopravvento il nostro corpo segrega adrenalina, l’ormone che viene prodotto quando ci troviamo in situazione di difficoltà. Questo può causare dolori o crampi ai muscoli e anche mal di testa. Arrabbiarsi può provocare la sindrome del colon irritabile o infiammazioni che possono causare colite e diarrea, anche se si segue un’alimentazione sana. La rabbia può anche causare dermatiti, caratterizzate da prurito e irritazione.
Conseguenze psicologiche: provare continuamente sentimenti di rabbia influenza molto spesso l’equilibrio emotivo e la psiche, portando il soggetto a sviluppare patologie quali ansia, fobie o comportamenti ossessivi compulsivi, ad avvertire sentimenti molto forti di tristezza che in taluni casi sfocia in depressione, soprattutto quando la rabbia è rivolta verso se stessi, danneggiando l’autostima.
Il trattamento:
Lo scopo della terapia, in un primo momento, sarà quello aiutare il paziente a riconoscere i pensieri automatici negativi e i processi cognitivi disfunzionali che si attivano in lui e in un secondo momento a modularli e modificarli. L’ obiettivo è quello di insegnare al paziente a riconoscere i pensieri, le credenze e le interpretazioni da cui hanno origine i comportamenti problematici e la sua sofferenza psicologica per poi sostituirli con delle cognizioni più funzionali. Il terapeuta conferirà strategie comportamentali utili a contrastare o ridimensionare il comportamento aggressivo, con l’obiettivo di abbassare il livello generale di attivazione fisiologica.